La Giornata Mondiale del Teatro nacque a Vienna nel 1961 durante il Congresso mondiale dell’Istituto Internazionale del Teatro. Dal 27 marzo 1962 sono iniziate le celebrazioni in tutto il mondo per incoraggiare gli scambi internazionali nel campo della conoscenza e della pratica delle Arti della Scena, stimolare la creazione ed allargare la cooperazione tra le persone di teatro, sensibilizzare l’opinione pubblica alla presa in considerazione della creazione artistica nel campo dello sviluppo, approfondire la comprensione reciproca per partecipare al rafforzamento della pace e dell’amicizia tra i popoli, associarsi alla difesa degli ideali e degli scopi definiti dall’UNESCO.
La bottega delle maschere ha curato con attenzione la sua risposta alla Giornata Mondiale del Teatro del 27 marzo 2020!
I suoi attori, professionisti della fantasia, gente sopraffina e di gusti rari, come gli Scalognati di Cotrone che maneggia con abilità, come Prospero ne “La tempesta”, la stoffa di cui sono fatti i sogni, hanno parlato del teatro e tutto è diventato una realtà immaginaria, un reale illusorio, un grande abbozzo metafisico, una polvere d’oro che si solleva dallo stupefacente palcoscenico di Pirandello. Brillano, nei pensieri degli attori della Bottega tutte quelle faville che sono in una notte d’estate, quando con la luna tutto comincia a farsi di sogno sulla terra e il teatro immerge l’anima in fiocchi di nubi colorate dentro la notte che sogna. Noi ci saremo nelle notti dell’Estate Romana, mai abbiamo pensato di non esserci! Ci crediamo!
Nelle nostre case e con tutti gli accorgimenti che il momento ci impone, stiamo preparando la nostra Pirandelliana, XXIV Edizione.
– In questo periodo è difficile per me come tutti scrivere una frase sulla giornata mondiale del teatro, ma provo a scrivere due righe. Per me il mondo del teatro e magia pura quando sali su quel palco è come un circo con un grande tendone pieno di persone che provano a giocare come fossero tutti dei bambini. Ora questo tendone è volato via ma sicuramente noi attori della bottega delle maschere riusciremo a riportare al centro del nostro cuore tutto questo. Sicuramente non è quello che chiedevi ma mi sentivo di scrivere questa cosa. (Marco T.)
– Falso, inutile, vano, il Teatro. Eppure, al contempo, esso risulta essere smisuratamente intrigante e casuale, necessario e complesso proprio come la Vita. Il Teatro è un mondo a parte, è una molteplicità di mondi dove ciascuno può avere ed essere tutto quello che immagina, se solo (ciascuno) crede in ciò che vede. Ma, alla fine, il Teatro è solo uno specchio in un gioco di specchi che, smascherandoci, ci conduce, permette, obbliga, a vedere noi stessi. (Laura)
– Come dice Isaia: “sono belli i piedi del messaggero che annuncia la pace” e il teatro ha il potere di essere al tempo stesso sia il messaggio che il messaggero stesso di tale pace. La quarta parete, dunque, non è una barriera ma un portale verso un mondo magico. (Pamela)
– “L’equilibrio dell’essere umano è da sempre racchiuso nel teatro perché il teatro permette l’incontro spirituale tra gli uomini di ogni cultura. Per questo l’unica ‘guerra’ che oggi come donna vorrei combattere è per il teatro”. (Lucilla)
– Teatro è poesia, fantasia, magia, finzione che diviene realtà sulla scena. L’attore si cala nel personaggio e diventa il personaggio stesso, legandolo intimamente allo spettatore, trasmettendogli emozioni universali. (Tiziana)
– L’uomo da sempre ha sentito il bisogno di raccontarsi, ma ha fatto in modo che le sue storie conservassero la vivacità e la forza dell’appena accaduto. Per questo ha inventato il teatro. Ma perché teatro sia è necessario chi racconta, ma anche chi ascolta. Raccontare e ascoltare sono gesti di pace. (Marco S.)
– La vita è il vero Teatro, per il resto si fanno le Prove. (Giancarlo)
– Il teatro, portando in scena da millenni sentimenti, beghe domestiche, dissapori, paure, amori, tradimenti, ossessioni che viviamo nel quotidiano, ci ricorda che, al di là delle distanze geografiche e culturali, siamo uomini, con l’eterno bisogno di essere ascoltati, capiti e talvolta assolti. (Michele)
– La più alta e antica forma, rappresentazione teatrale è stare seduti, in silenzio, davanti ad un fuoco, osservarne l’elevarsi al cielo, l’ondeggiare nell’aria, i movimenti lenti e repentini. Il più grande interprete di tutti, riflette in noi stessi e smuove i pensieri più nascosti e remoti, ma più vivi che mai. Fa da specchio per aprire la nostra interiorità, la nostra astrattezza, le nostre viscere, la nostra semplicità. È lo spettacolo più bello che abbia mai visto. (Matteo)
– Varcare la quinta che mi proietta su un palcoscenico significa ogni volta rinascere…vivere…morire…più e più volte … (Maurizio)
– Uomini davanti a altri uomini; contemplare, essere spettatore, riconoscere. Il teatro culto dello spirito; il teatro refrattario a ogni definizione. Nello spazio “sacro” del teatro esiste un tempio in cui l’attore “sacerdote” si sacrifica ad ogni rappresentazione per la salvezza di sé stesso, del pubblico, del popolo, del mondo. (Giovanna)
– Fare teatro è aprirsi all’altro, all’ascolto profondo e alla condivisione di emozioni, sentimenti, caratteri, vita. È respirare l’umanità intera in una sola battuta e percepirne la forza e il senso. È sentirsi al centro del mondo poiché si comprendono gli affanni e le gioie umane tutte e si trascendono. (Alessia)È intenso il quadro di Carlo Carrà: Uscita da teatro. Racchiude il momento che l’attore crea sul palcoscenico!
Usciremo di casa e torneremo a dar vita ogni sera a quel silenzio sospeso della platea, lo stesso che ha preceduto la creazione dell’uomo.
La nostra vita si alimenta di quel silenzio. Il teatro è momento di verità e di forza perché è il mistero favoloso che contiene tutto l’infinito che è negli esseri umani.
Chiudiamo con la poesia di una nostra messinscena: I giganti della montagna.
Marcello Amici, il direttore della Compagnia Teatrale La bottega delle maschere