Che fine ha fatto quel personaggio che di volta in volta si è fatto chiamare Leone Gala, il Padre, Laudisi, Martino Lori, Bellavita, L’uomo dal fiore, Mattia Pascal, Enrico IV, Zi’ Dima, Ciampa, Angelo Baldovino, Agostino Toti… Ora, si fa chiamare Cotrone e vive in una villa, detta La Scalogna, solitaria in una valle deserta.
È un mito. Chi sono i personaggi? La regia ha curato con attenzione la risposta. Professionisti della fantasia, gli attori guidati da Ilse, una signora del teatro, detta la Contessa, una sacerdotessa della scena.
Gli Scalognati, invece, sono personaggi strani che vivono sotto la guida del mago Cotrone che maneggia con abilità, come Prospero ne “La tempesta”, la stoffa di cui son fatti i sogni. Quando, nella sera, arrivano gli attori della Contessa, la regia ricalca l’arrivo dei Sei personaggi. I loro racconti diventano drammi interpretati, brani di vita recitati. Da una parte il fuoco spento – qua e là una scintilla – dei comici che cercano un’anima vera come si cerca un vestito per un ballo in maschera. Dall’altra il fuoco dei semplici, il fervore dell’accattone, la passione della vecchietta e tutte quelle faville che sono in una sera d’estate. È il fuoco inebriante di Cotrone che esorta ad essere come i bambini che fanno il giuoco, ci credono e lo vivono come vero. Poi l’intera allegoria diventa un grande abbozzo metafisico, il dritto e il rovescio della logica non intervengono più, non c’è più logica nell’ordine delle figurazioni, ma un libero gioco, un aereo e fantomatico concerto a più voci… avviene ciò che di solito è nel sogno!
Come interpretare l’incontro tra il mondo dei fantasmi e dei sogni e quello degli attori, convinti di poter ancora parlare a una società di tecnocrati con la voce dell’arte? Mentre si sviluppa tra le due comunità uno scambio di illusioni e di incantesimi, si crea sulla scena con luci e musiche una tensione prodigiosa dove tutti sono in attesa di chissà quale miracolo e quando, sul fragore della cavalcata dei Giganti che scendono a valle, la tensione del mito raggiunge il massimo della sua iridescente angoscia, quando la realtà dei Giganti diventa paura, la regia fulmineamente li esclude e li vince con una fervida intuizione.
La trama
Nella villa della Scalogna, solitaria in una valle deserta, vivono il mago Cotrone e i suoi Scalognati, gente che guarda la realtà con occhi trasognati. Sono venuti nella valle per vedersi vivere quali credono di essere. Campano di sogno e di poesia.
Giungono un giorno alla villa Ilse Paulsen, un’attrice capo comico, il marito di lei e pochi compagni. Sono i superstiti di una compagnia teatrale malridotta dopo aver tentato invano di rappresentare il dramma La favola del figlio cambiato. L’opera è stata scritta da un giovane poeta innamorato di Ilse che poi si è ucciso perché respinto dall’attrice. Cotrone invita gli attori a fermarsi alla Scalogna, nel regno della poesia, dove i sogni dell’arte si realizzano. Ma Ilse Paulsen, la Contessa, come ha fatto per una vita, vuole proseguire la sua missione per portare altrove quella tragedia che è diventata per lei tormento e vita.
Termina qui la stesura del dramma concepito incompiuto.
Personaggi e interpreti
Cotrone, detto il Mago
La compagnia della Contessa
Ilse, detta ancora La Contessa
Il Conte, suo marito
Diamante, la seconda donna
Cromo, il caratterista
Spizzi, l’attor giovane
Battaglia, generico-donna
Lumachì, col carretto
Gli scalognati
La Sgricia
Quaqueo
Duccio Doccia
Milordino
Mara-Mara, detta La Scozzese
Maddalena
La prima Vicina
La seconda Vicina
Marcello Amici
Tiziana Narciso
Mario Ive
Anna Varlese
Marco Vincenzetti
Marco Sicari
Maurizio Sparano
Francesca Ciccanti
Lucilla Di Pasquale
Marco Tonetti
Luca Guido
Michele Carnevale
Barbara Pizzuco
Giulia Crescente
Caterina Sabino
Leda Ferri