2012
COSÌ È, SE VI PARE – LA VERITÀ, LA PATENTE, L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA, ALL’USCITA di Luigi Pirandello
(Pirandelliana, Roma – Giardino della Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all’Aventino, 7 luglio – 8 agosto)
NATALE IN PIAZZA
(Roma – Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all’Aventino, 17 – 20 Dicembre)
La bottega delle maschere è tra gli ultimi depositari del teatro di parola, della civiltà della parola che aspira a visualizzarsi e acquistare corpo e movimento trasferendosi di là dal sipario, all’uscita dal teatro. Tutto è ricondotto al palcoscenico, al vuoto senza protezione, dove si giuoca a far sul serio.
La bottega è il testimone della trasformazione e dell’uso della parola, del suo rapporto con l’immaginazione: il teatro è una bocca che pronuncia parole mai udite prima. Non può es-serne espropriato. È un delitto interrompere il sogno!
È un progetto unico, una sperimen-tazione culturale completa sulla drammaturgia dell’uomo del Kaos.
È il teatro della compagnia teatrale La bottega delle maschere che dura dal 1981.
Pirandelliana, l’appuntamento teatrale più elegante dell’Estate Romana, si svolgerà dal 5 luglio al 5 agosto 2012 nello splendido Giardino della Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio che, dall’alto del colle Aventino, si affaccia maestosamente su Roma, spaziando dal Gianicolo al Campidoglio.
Cosí è (se vi pare) – La commedia apre la rassegna il 5 luglio e sarà in scena il martedì, il giovedì e il sabato, ovvero il 5, 7, 10, 12, 14, 17, 19, 21, 24, 26, 28, 31 luglio – il 2 e 4 agosto.
La verità, La patente, L’uomo dal fiore in bocca, All’uscita – Gli atti unici proseguono il 6 luglio e saranno in scena il mercoledì, il venerdì e la domenica, ovvero il 6, 8, 11, 13, 15, 18, 20, 22, 25, 27, 29 luglio – l’1, il 3 e 5 agosto.
La Compagnia teatrale La bottega delle maschere
gli attori (dall’alto a sinistra): Umberto QUADRAROLI – Giuseppe ARNONE – Raffaella ZAPPALÁ – Marcello AMICI – Ingrid MAURETTI – Carlo BARI – Alcide PASQUINI – Lorenzo MESSERI – Roberta RUBBINO – Laura TEDESCO – Valeria PISTILLO – Anna VARLESE – Ilaria CARLUCCI – Marco VINCENZETTI – Alessio FRANCESCANGELI
COSÍ È (SE VI PARE)
«Parabola» (l’unica che mi sia veramente cara) fu definita da Pirandello la vicenda drammatica tratta dalla sua novella La signora Frola e il signor Ponza, suo genero, proprio per l’insegnamento morale che essa suggerisce: la storia dell’una (la signora Frola) che dice viva la propria figlia creduta morta dal genero e a lui ridata in moglie, ma come fosse un’altra donna, è altrettanto vera quanto la storia dell’altro (il signor Ponza) che afferma sia pazza la suocera, la quale ritiene viva la figlia, mentre è morta da quattro anni.
La stanza della tortura, stavolta, è un salotto provinciale col suo brulicare di conformisti impiegati di prefettura e di signore benpensanti; si muovono tutti come marionette e si dilaniano in una innaturale ricerca della verità.
Si fanno indagini, ma non esiste né il certificato di morte della figlia della signora Frola, né tantomeno quello di un secondo matrimonio del Ponza. La situazione potrebbe essere chiarita solo dalla diretta interessata: la signora Ponza. La donna rende la situazione ancora più complicata, dichiarando di essere sia la moglie del Ponza, sia la figlia della signora Frola.
– Ah, no, per sé, lei, signora: sarà l’una o l’altra!
– Nossignori. Per me, io sono colei che mi si crede.
le persone:
Personaggi
Lamberto Laudisi
La signora Frola
Il signor Ponza, suo genero
La signora Ponza
Il consigliere Agazzi
La signora Amalia, sua moglie
Dina, loro figlia
La signora Sirelli
Il signor Sirelli
Il signor Prefetto
Il commissario Centuri
La signora Cini
La signora Nenni
Un cameriere
Interpreti
Marcello AMICI
Ingrid MAURETTI
Giuseppe ARNONE
Valeria PISTILLO
Marco VINCENZETTI
Anna VARLESE
Ilaria CARLUCCI
Raffaella ZAPPALÁ
Umberto QUADRAROLI
Alcide PASQUINI
Lorenzo MESSERI
Roberta RUBBINO
Laura TEDESCO
Alessio FRANCESCANGELI
LA VERITÁ – LA PATENTE
L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA – ALL’USCITA
È un palcoscenico di istrioni. Ognuno arriva e racconta la stessa storia: la pena d’esser così e di non poter più essere altrimenti! Laggiù, oltre il fondale, c’è All’uscita.
La vita è un breve momento di illuminazione, tutto il resto è buio. L’unica luce proviene dall’alto, da certi lampioni oltre il celetto del teatro. C’è poco tempo per parlare, si sta dentro un piccolo alone. Una replica del lanternino di Mattia Pascal e, attraverso quella luce, si crede di vedere gli elementi razionali ed emozionali dell’umanità, la parzialità di tutte le verità, l’illusorio carattere dei valori in cui crediamo. Pare un dialogo con Leopardi cui Pirandello racconta la sua teoria sulla ragione.
Nella genesi di tutta l’opera pirandelliana sta scritto: in principio era il teatro! La verità, La patente, La morte addosso, All’uscita. La prima era ed è rimasta una novella, la seconda e la terza, col nome L’uomo dal fiore in bocca, sono diventate atto unico. La quarta, All’uscita, anch’essa destinata in origine alla narrativa, è diventata l’atto di nascita ufficiale del teatro pirandelliano. Quattro messinscena, quindi, tra narrativa e teatro dove si racconta la storia di popolani e di piccoli borghesi che vorrebbero vendicarsi di esistere in modo gramo e per questo cercano inquietanti strade di evasione e di rivalsa, quasi a difendersi dalla vita che fa male a tutti, inevitabilmente. Il denudamento della maschera non comporta la morte dell’istrione, perché scoprirsi non più marionetta significa cominciare a ragionare, a usare un’altra maschera.
Dagli appunti del regista: “Con quattro atti unici, legati tra loro con delle monadi pirandelliane, vorrei concludere una mia tesi: l’universo pirandelliano è lo spazio dell’istrione. Le sghembe poesie, i romanzi, le novelle, le commedie che lo popolano, sono aspetti di una contraffazione istrionica, alterazione di una voce umana nel tentativo disperato di sottrarre la vita alla pena di una forma. Per evitare lo scacco, per ingannare la morte, l’istrione adopera tutte le sue risorse: esaspera il giuoco, come Tararà ne La verità che racconta di non aver potuto fare a meno di uccidere la moglie con un colpo d’accetta; come Chiarchiaro ne La patente segregato nei panni di uno iettatore, come in un involucro difensivo, una pattumiera beckettiana in cui irrigidisce la maschera con cui gli altri lo coprono. Per lui non c’era l’art. 18 ed era stato buttato in mezzo ad una strada perché iettatore, con la moglie paralitica da tre anni in un fondo di letto e due figliole da marito; come L’uomo dal fiore in bocca che esibisce la sua stessa sofferenza nel vano tentativo di mutare in disgusto il piacere ineliminabile della vita. La dissimulazione pirandelliana è collocata ovunque, come All’uscita, tra apparenze di morti, nel significato delle parole che fanno nascere un nuovo teatro attento, anche qui, a quello che sta succedendo a Vienna, in Bergasse 19“.
le persone:
Personaggi
La verità
Il narratore
Tararà
Il Presidente
Un avvocato
La patente
Rosario Chiarchiaro
Rosinella, sua figlia
Il giudice D’Andrea
Il primo Giudice
Il secondo Giudice
Il terzo Giudice
Marranca, usciere
L’uomo dal fiore in bocca
L’uomo dal fiore in bocca
Un pacifico avventore
Una donna
All’uscita
L’uomo grasso
Il Filosofo
La donna uccisa
Il bambino dalla melagrana
Interpreti
Alcide PASQUINI
Lorenzo MESSERI
Carlo BARI
Marcello AMICI
Raffaella ZAPPALÁ
Marco VINCENZETTI
Anna VARLESE
Alcide PASQUINI
Ilaria CARLUCCI
Umberto QUADRAROLI
Marcello AMICI
Umberto QUADRAROLI
Valeria PISTILLO
Marco VINCENZETTI
Marcello AMICI
Anna VARLESE
Scenografia e ricerca musicale: Marcello de Lu Vrau – Costumi: Natalia Adriani
Direttore di scena: Marco Vincenzetti – Disegno luci e fonica: Giovanni Salvati
Aiuto regia: Roberta Rubbino – Organizzazione: Mauro Ciuco
Amministrazione: Marco Salietti e Rosemarie Della Scala – Staff: Antonio Stabile e Maurizio Mariotti
Sartoria: Gianfranco Giannandrea – Direzione tecnica: Luigi Burelli
Trucco e parrucco: Anna Varlese – Video/foto: Enzo Maniccia – Assistente alla regia: Carlo Bari
Regia di Marcello Amici
Direzione artistica: Natalia Adriani
La scultura “La giara” è di Carlo Bari
Comunicazione: Valeria Buffoni