2010
IL GIUOCO DELLE PARTI – PENSACI, GIACOMINO! di Luigi Pirandello
(Gran Teatro Pirandelliano, Roma – Teatro 10, 5 – 10 gennaio)
IL PIACERE DELL’ONESTÀ – IL BERRETTO A SONAGLI di Luigi Pirandello
(Pirandelliana, Roma – Giardino di S.Alessio all’Aventino, 6 luglio – 8 agosto)
QUELL’ASINO E QUEL BUE
(Roma – Basiliche all’Aventino, 14 – 18 dicembre)
– Pirandello all’Aventino. E’ teatro (La Stampa)
– Marcello Amici, “io, siciliano, nell’anima” (La Repubblica)
– Pirandelliana, tradizionale appuntamento dell’Estate Romana (Il Tempo)
– Amici continua a piacere con il teatro d’autore (Il Messaggero)
– La bottega delle maschere è pirandelliana (Corriere della Sera)
Dal 1999 – organizzata dalla Compagnia Teatrale La bottega delle maschere diretta da Marcello Amici – Pirandelliana è la rassegna di teatro in scena nel Giardino della Basilica di Sant’Alessio all’Aventino in Piazza S. Alessio 23, a Roma. L’evento teatrale giunto alla XII Edizione contiene, com’è tradizione, due commedie di Luigi Pirandello: Il piacere dell’onestà e Il berretto a sonagli. L’aria che si respira nella rassegna non è raddensata, austera, severa, ma è ironica tragedia e commedia tragica. È teatro pirandelliano che affronta il problema delle convenienze, considerazioni di calcolo nelle quali la moralità è quasi sempre sacrificata, e il mito della menzogna che opprime e condiziona l’umanità. È il racconto di due personaggi disperatamente soli in un ambiente nel quale alligna l’ipocrisia, addirittura la superstizione.
Il Giardino della Basilica di Sant’Alessio è uno degli spazi più intensi dell’Aventino, si affaccia come un solenne balcone sulla Città. È un luogo antico e austero, silenzioso, intenso, il più elegante dell’Estate Romana.
Gli attori (dall’alto a sinistra):
Carlo Bari, Antonella Alfieri, Luca Ferrini, Maria Lovetti, Chiara Nicolanti, Michela Grimaldi, Marcello Amici, Carmen Vitter, Marco Vincenzetti
IL PIACERE DELL’ONESTÁ
Angelo Baldovino, si sa, non è un uomo ordinario, raramente i protagonisti pirandelliani sono personaggi comuni. Per tornaconto decide di smetterla di campare come uomo particolare, per diventare emblema dell’onestà. Ma con l’onestà, come con la disonestà, si sa dove si comincia e non si sa dove si finisce. È Baldovino stesso a dettare le regole del giuoco dell’onestà. Gioca con l’anima sua con l’apparente indifferenza del pagliaccio che fa saltare nel cerchio il cane ammaestrato. Quando si accorge che qualcuno ha trasformato la situa-zione convenzionale in diversione rivoluzionaria dei patti, l’uomo cerca di allentare le maglie della trappola in cui è caduto.
È troppo tardi. Bisogna avere altri requisiti per sedersi al tavolo di quel giuoco. Pirandello ha creato ancora una volta un escluso cui la regia azzarda togliere il mezzuccio del pianto. La solitudine del personaggio si riflette nelle linee futuriste della scenografia, nelle note di un pianoforte, nelle luci sghembe, nel grottesco, strumento critico ed elemento aggregante attraverso il quale i misteri dell’anima e l’intenso teorema del testo si ricollegano e preannunciano le inquietanti suggestioni che un tale sta incominciando a dipanare a Vienna, in Berggasse 19.
– So bene ora, come debbo dir loro! – Si chiude il sipario sulle parole di Baldovino. Che vorrà dire? Noi non lo sappiamo, ma nemmeno Pirandello. A volte non si deve dire, se si vuole uscire dalla gabbia degli esclusi. La vita è un continuo fieri e questo Gorgia da Leontini non l’ha mai saputo!
Angelo Baldovino, uomo dall’oscuro passato, ha perso tutto al gioco. Accetta di sposare Agata Renni e di dare il proprio nome al figlio che lei attende da un uomo sposato, il marchese Fabio Colli, purché siano rispettate fino allo scrupolo tutte le apparenze. Secondo i piani del marchese, quel marito pro forma dovrà uscire di scena subito dopo la nascita del bambino, per consentigli di riprendere il posto accanto alla sua donna.
Tra tutti inizia un intenso giuoco dell’onestà. Baldovino conduce fino alle estreme conseguenze il ruolo dell’uomo onesto, porta all’esasperazione le forme astratte della vita sociale, fa esplodere le contraddizioni, ma come tanti personaggi pirandelliani che cercano di vivere in nome di una virtù che non hanno mai praticato, intrisi come sono di una silente, ma conosciuta ipocrisia, l’uomo impone solo una onestà formale per diventare un onesto tra gli inetti. L’apparente statura morale di Baldovino redime Agata che abbandona il marchese alla propria disonestà. Baldovino resta solo, un escluso, con le sue contraddizioni e i suoi conflitti interiori, costretto dalle circostanze a vivere una parte che oscilla tra l’onestà e il suo cinismo originario.
le persone:
Personaggi
Angelo Baldovino
Agata Renni
La sig Maddalena, sua madre
Il Marchese Fabio Colli
Maurizio Setti, suo cugino
Il Parroco di Santa Marta
Marchetto Fongi, borsista
I quattro Consiglieri
Interpreti
Marcello AMICI
Michela GRIMALDI
Carmen VITTER
Marco VINCENZETTI
Luca FERRINI
Carlo BARI
IL BERRETTO A SONAGLI
Beatrice vuole vendicarsi del marito, il ricco cavalier Fiorìca, che la tradisce con la moglie di Ciampa, il suo scrivano. Ed è proprio costui che, con strane argomentazioni filosofiche, cerca di distoglierla da quell’intento, in nome del quieto vivere. La donna non vuole sentire ragioni e decide di provocare uno scandalo che la renda libera per restituire dignità al suo pupo calpestato. Denuncia l’adulterio all’autorità locale. Il marito viene sì sorpreso in compagnia dell’amante, ma senza che gli si possa attribuire flagranza di tradimento: verbale assolutamente negativo!
A questo punto entra in scena Ciampa che rivendica il dovere di difendere il proprio onore; dovrà uccidere i due amanti, è tenuto a farlo come logica conseguenza dello scandalo voluto da Beatrice. Non conta che il fatto sia accaduto o meno, perché ormai tutti sono convinti che Ciampa possa tranquillamente infilarsi il berretto a sonagli di becco.
C’è un solo modo per evitare la tragedia. Beatrice dovrà mostrare di essere pazza e andarsene per tre mesi in manicomio. Come? Basterà che si metta a gridare in faccia a tutti la verità. Nessuno ci crederà, e tutti la prenderanno per pazza.
Il berretto a sonagli è una commedia nata e non scritta, viva e non costruita, è la storia di Ciampa. Il suo carattere, scrive Pirandello a Martoglio che dirigeva le prove della messinscena, è pazzesco. Questa la sua nota fondamentale: gesti, andatura, modo di parlare, pazzeschi. Una maschera nuda che sottolinea il contrasto tra il sotterraneo fluire dei sentimenti e la rigidità delle forme che li imprigionano, tra la verità e la finzione. L’apparire conta più dell’essere, perché bisogna conservare il rispetto della gente. È la società di Pirandello riflessa da specchi deformati; i personaggi, le situazioni, i pupi non possono non riflettere momenti grotteschi. Come tutto si placa dopo un temporale, anche qui, come nelle altre storie di Pirandello, non accade nulla; fingere ancora un pochino (per tre mesi, in manicomio) e ognuno potrà riprendere il proprio posto nella società. Contrasto che trova in Ciampa, in apparenza strambo, ridicolo e assurdo, ma in realtà straziante, una delle espressioni più moderne di tutta la galleria degli eroi pirandelliani. Un personaggio misero e titanico allo stesso tempo, eroico e pieno di umanità. Una umanità silenziosa e astuta che gli dà la forza di difendere la sua infelicità coniugale, contro la società ridicola del suo tempo. Un personaggio apparentemente piccolo ma infinitamente grande.
le persone:
Personaggi
Ciampa, scrivano
La sig. Beatrice Fiorìca
La sig. Assunta La Bella, sua madre
Fifì La Bella, suo fratello
Il delegato Spanò
La Saracena, rigattiera
Fana, vecchia serva della signora Beatrice
Nina Ciampa, giovane moglie del Ciampa
Interpreti
Marcello AMICI
Antonella ALFIERI
Carmen VITTER
Luca FERRINI
Marco VINCENZETTI
Michela GRIMALDI
Maria LOVETTI
Chiara NICOLANTI
Scene: Marcello de Lu Vrau – Costumi: Natalia Adriani
Disegno luci e fonica: Giuseppe Tancorre – Direttore tecnico: Luigi Burelli
Assistente alla regia: Carlo Bari, Michela Grimaldi – Progetto grafico: Paola Amici
Direttore di scena: Marco Vincenzetti – Amministrazione: Marco Salietti e Rosemarie Della Scala
Foto: Enzo Maniccia, Luigi Catalano, Giuliano Venturini – Make-up artist: Elisabetta Federici
Direttore dei lavori: Vito Marinangeli – Staff tecnico: Antonio Stabile, Maurizio Mariotti
Organizzazione: Mauro Ciuco
Direzione artistica di Natalia Adriani
Ufficio Stampa: Valeria Buffoni