2000
VERSO DAMASCO di August Strindberg
(Teatro Agorà di Roma, 14 marzo – 2 aprile)
ACELDAMA di Marcello Amici
(Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all’Aventino, 16 – 20 aprile)
IL GIUOCO DELLE PARTI di Luigi Pirandello
(Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all’Aventino, 18 – 30 luglio)
ACELDAMA
di Marcello Amici
16-20 aprile 2000
Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all’Aventino
Piazza Sant’Alessio, 23
Orario: 20.45; giovedì 17.30.
Informazioni: tel./fax 06.6620982
Ha voluto giocare col fulmine, ha guardato troppo fisso nel sole: non è lecito farlo! –
E’ lecito, perché si nasce con la brama di fare questo –
Orgoglio! –
Gridatelo forte! E’ l’ultima ombra della nostra origine divina –
E’ stato Verso Damasco di August Strindberg.
(Teatro Agorà di Roma, 14 marzo – 2 aprile 2000)
Giunto alla Settima Stazione, Lo Sconosciuto non ha trovato Damasco, ma la strada dove lo hanno buttato le istituzioni, le convenzioni del vivere, le ipocrisie e il filisteismo della gente che lo hanno respinto.
Non è riuscito a rimanere all’altezza delle esigenze del suo tempo. La sua è una mistica rinuncia, sottolineata da un grido di orgoglio.
L’uomo decide di restaurare il Mistero con le poche cose non contaminate che ancora possiede: il sogno, la fantasia e le tradizioni che sa raccontare come un cantafavole.
Si riscopre bambino che fa il giuoco, ci crede e lo vive come vero.
E’ allora che rivede e incontra l’Uomo , nato dal triste Aceldama, che sta arrancando verso il Golgota. Diventa persona e si aggrega alla folla.
Quando muore un uomo
Muore una parte del mondo
E la terra diventa più pesante
Più grande per una ferita
Più profonda per una fossa.
Non è il pianto di Jacopone. Non è una disputa.
E’ teatro.
Nel palcoscenico metafisico di Aceldama esistono, convivono, si sovrappongono cose e fatti, pensieri e significati.
I protagonisti sono giovani d’oggi che stillano il loro essere.
Vanno in scena per esistere, per rappresentarsi, per raccontare al nuovo millennio una nuova, seppure la stessa storia del Colle del Teschio.
Qua e là anche cadenze di quello che un tempo avveniva di Quaresima nel Colosseo. Aceldama attinge da La Passione e Resurrezione del Colosseo di Anonimo, una laude del trecento che con sfarzo particolare veniva messa in scena nel Colosseo
durante la Settimana Santa dell’Anno Centesimo. (Bonifacio VIII definì così l’anno del Giubileo)
Assistervi, è scritto nei documenti del tempo, comportava ai pellegrini l’accredito di un certo numero di indulgenze.
Aceldama è anche un teatro nel teatro per il dramma di Giuda
mostrato come un viandante macerato, povero, misero, sormontato e respinto dalla massa dei suoi febbrili deliri e dalla lucidità delle sue astrazioni ellittiche.
Il suo è un grido feroce.
E’ quello di Faust. E’ quello di Berto, di Pea, di Gheon.
Aceldama è una composizione.
E’ un concerto per persone e personaggi.
E’ una strana Via Crucis.
Non è un bilancio alle soglie del secolo che nasce. Non è il computo delle disfatte. E’ un lungo sogno per rivedere le aspirazioni dell’uomo, le sue assenze, le sue fatiche, le sue ricerche poetiche, le sue aspirazioni al trascendente, le sue incursioni nei territori malfidi della scienza e le sue lotte contro le interpretazioni secolari del sociale. Da una parte – Verso Damasco – le migrazioni irrequiete dell’individuo nelle regioni del suo io, dall’altra – Aceldama – la Via Crucis dell’Uomo alla fine del secolo delle grandi invenzioni.
Le Persone di Aceldama
Marcello AMICI
Carlo BARI
Antonella CIVALE
Simona D’AURIA
Fabio DEL CROCE
Nicla DI BIASE
Simone IGNAGNI
Pino LORETI
Laura MORI
Umberto QUADRAROLI
Andrea RIZZOLI
Giusy SPIGHETTI
Samantha VALLATI
Marco VINCENZETTI
Regia di Marcello AMICI